Emma's Fantastic Journeys by Stefano Donno

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martedì 22 aprile 2025

H.P. Lovecraft: Il Maestro del Terrore Cosmico che Ancora Ci Ossessiona

 Immaginate di essere soli, in una notte senza luna, con un libro polveroso tra le mani. Le pagine ingiallite raccontano di entità antiche, di divinità aliene che dormono in abissi insondabili, indifferenti alla vostra esistenza. Un brivido vi percorre la schiena, non perché abbiate paura del buio, ma perché, per un istante, avete intravisto l'immensità dell'universo e la vostra insignificanza. Questo è il potere di Howard Phillips Lovecraft, lo scrittore che ha dato vita al terrore cosmico e che, a quasi un secolo dalla sua morte, continua a infestare i nostri incubi e ispirare generazioni di narratori, registi e artisti. Preparatevi: questo non è solo un articolo su Lovecraft. È un viaggio nell'oscurità della sua mente, un'immersione in un universo dove la paura non ha confini.

Un Uomo Tormentato, un Mito Nato dal Dolore
Nato nel 1890 a Providence, Rhode Island, Lovecraft non era il tipico "scrittore di successo". La sua vita fu segnata da tragedie personali: la morte del padre, la malattia mentale della madre, la povertà cronica. Era un outsider, un uomo schivo che preferiva la compagnia dei libri a quella delle persone. Ma forse è proprio questa solitudine che ha alimentato la sua immaginazione. Come un alchimista, Lovecraft ha trasformato il suo isolamento in storie che trascendono il tempo.
Leggendo le sue lettere – migliaia, scritte ad amici e colleghi – emerge un uomo complesso: un razzista (un aspetto problematico che non possiamo ignorare), ma anche un sognatore, un erudito autodidatta innamorato dell’astronomia, della storia e della letteratura gotica. Era un paradosso vivente: temeva l’ignoto, ma lo esplorava con una curiosità insaziabile. E in quell’ignoto ha trovato qualcosa di universale: la paura di ciò che non possiamo comprendere.
Il Terrore Cosmico: Quando l’Universo È il Mostro
Se Edgar Allan Poe ha esplorato l’orrore psicologico e Mary Shelley quello scientifico, Lovecraft ha creato un genere tutto suo: il terrore cosmico. Nei suoi racconti, non ci sono vampiri romantici o fantasmi vendicativi. I suoi "mostri" – Cthulhu, Nyarlathotep, Yog-Sothoth – non sono creature che puoi combattere o comprendere. Sono entità antiche, vastità aliene che esistono al di là del tempo e dello spazio. Non ti odiano, non ti vogliono. Semplicemente, non ti considerano. E questa indifferenza è ciò che rende le sue storie così inquietanti.
Prendiamo Il richiamo di Cthulhu (1928), forse il suo racconto più famoso. Non è solo la storia di un culto che venera un mostro tentacolare addormentato nell’oceano. È un’ode alla fragilità umana, un promemoria che la nostra civiltà è un granello di polvere in un universo infinito. Quando il marinaio Johansen incontra Cthulhu, non combatte: fugge, sopraffatto dall’orrore. E chi non lo sarebbe? Lovecraft non ci dà eroi trionfanti; ci dà sopravvissuti, spesso spezzati, che hanno visto troppo.
Perché Lovecraft È Ancora Rilevante?
In un’epoca di horror splatter e jumpscare, potreste chiedervi: perché leggere Lovecraft oggi? La risposta sta nella sua capacità di toccare corde profonde. Viviamo in un mondo di crisi climatiche, intelligenza artificiale e interrogativi sull’universo. Non vi sembra che l’idea di un’umanità insignificante, schiacciata da forze incomprensibili, sia più attuale che mai?
Lovecraft parla al nostro subconscio. I suoi racconti non sono solo storie: sono esperienze. Leggere L’orrore di Dunwich o Alle montagne della follia è come guardare nell’abisso e scoprire che l’abisso ti sta guardando. E poi c’è il suo stile: denso, arcaico, quasi ipnotico. Non è per tutti – lo ammetto, a volte è come wagyu letterario, ricco e pesante – ma quando ti cattura, non ti lascia andare.
E non dimentichiamo il suo impatto culturale. Il Cthulhu Mythos non è solo un insieme di racconti: è un universo condiviso, espanso da altri scrittori come August Derleth e da giochi, film, serie TV (Stranger Things, anyone?). Persino il meme di Cthulhu, con i suoi tentacoli onnipresenti su internet, dimostra quanto Lovecraft sia diventato un’icona pop. Ma attenzione: dietro il merchandising e i peluche di Cthulhu, c’è un’oscurità che non si può ignorare.
Le Ombre di Lovecraft: Il Problema del Razzismo
Non si può parlare di Lovecraft senza affrontare il lato oscuro della sua persona. Le sue opinioni razziste, espresse sia nelle lettere che in alcuni racconti, sono innegabili e dolorose. Per un uomo che temeva l’ignoto, Lovecraft proiettava spesso le sue paure sugli "altri" – immigrati, minoranze, culture diverse. È un difetto che non possiamo giustificare, ma che possiamo contestualizzare: era un prodotto del suo tempo, un’epoca di pregiudizi radicati. Tuttavia, il suo genio narrativo trascende le sue convinzioni personali.
Oggi, autori come Victor LaValle (The Ballad of Black Tom) e Silvia Moreno-Garcia hanno rivisitato il Mythos con prospettive inclusive, dimostrando che l’orrore cosmico può parlare a tutti. Amare Lovecraft non significa approvare le sue idee; significa riconoscere che le sue storie hanno una forza universale, capace di essere reinterpretata e resa più grande di lui.
Un Invito nell’Abisso
Se non avete mai letto Lovecraft, vi sfido a immergervi in uno dei suoi racconti. Iniziate con L’ombra su Innsmouth o Dagon per un assaggio rapido. Sentirete il peso dell’atmosfera, il senso di oppressione, la meraviglia mista a terrore. E se siete già fan, rileggetelo: troverete nuovi dettagli, nuovi incubi.
H.P. Lovecraft non era solo uno scrittore. Era un visionario che ha osato guardare oltre il velo della realtà e riportare ciò che ha visto. Le sue storie sono un monito: l’universo è vasto, antico, indifferente. Ma sono anche un invito a esplorare, a immaginare, a creare. Perché, come direbbe lo stesso Lovecraft, “la più antica e potente emozione dell’umanità è la paura, e la più antica e potente forma di paura è la paura dell’ignoto”.
E allora, siete pronti a guardare nell’abisso? Condividete questo articolo se anche voi sentite il richiamo di Cthulhu. E, soprattutto, non spegnete la luce stanotte. Non si sa mai cosa potrebbe emergere dal buio




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